Edison, a history of innovation and progress for over 130 years

P. Tosco


Edison, una storia di innovazione e progresso da più di 130 anni

La storia di Edison è una storia di innovazione e progresso al servizio dello sviluppo del Paese. Nell’Italia di fine ‘800 Giuseppe Colombo, professore di meccanica industriale presso il Politecnico di Milano ed ex garibaldino, intuì la potenzialità dello sviluppo dell’elettricità rispetto alle altre forme di energia allora in uso: gas illuminante, olii combustibili, carbone. Si trattava di fonti che rendevano difficoltosa la respirazione a causa dei fumi prodotti dalla combustione e che provocavano numerosi incendi, come testimoniano le cronache dell’epoca. Colombo comprese che le dinamo, inventate da Thomas Alva Edison e presentate all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1881, avrebbero potuto migliorare la vita di tutti.

Colombo prese contatti con Edison, di 9 anni più giovane, assistette con lui all’avviamento della prima centrale al mondo, quella di Pearl Street a New York e, tornato in Italia, decise di sperimentare la nuova industria. Era il 1882. Colombo sottoscrisse un contratto di licenza con la Compagnie Continentale Edison per l’utilizzo in esclusiva, in Italia, del sistema elettrico basato sulle dinamo Edison e, con il sostegno di alcune banche, fondò a Milano un Comitato Promotore per l’Applicazione dell’Energia Elettrica in Italia.

Si cominciò con la costruzione di una centrale elettrica nel cuore di Milano. Per fare questo, il Comitato Edison acquistò il vecchio Teatro di Santa Radegonda (a fianco del Duomo, dove oggi sorge il cinema Odeon). Seguirono i lavori di demolizione del teatro e la costruzione della nuova centrale, al cui interno trovarono posto le dinamo “Jumbo” che Colombo aveva personalmente acquistato negli Stati Uniti. In una lettera datata 22 novembre 1883, Colombo riferiva a Thomas Alva Edison l’avanzamento dei lavori della centrale di Santa Radegonda, che divenne la prima centrale elettrica dell’Europa continentale. “La nostra stazione procede molto bene”, scriveva Colombo, “Andiamo ancora con 1200 lampade e non intendo aumentare il numero delle lampade prima di essere sicuro di avere tutto pronto per il Teatro alla Scala, che il 26 dicembre inaugura [la stagione ndr]. Stiamo procedendo molto rapidamente con l’impianto all’interno del teatro e con la posa degli alimentatori e l’installazione delle macchine nella nostra stazione, per la quale non ho dubbi che rispetteremo i tempi. Abbiamo persino iniziato a illuminare parte degli spazi per i servizi del Teatro ieri sera. Una volta a regime, l’illuminazione del teatro richiederà 2450 lampade, ma il 26 dicembre ne verranno accese solo 2000.”

La centrale di Santa Radegonda divenne la prima centrale elettrica dell’Europa continentale. L’elettrificazione del Paese cominciò a Milano e si tradusse presto in innovazione e progresso per le famiglie e le imprese di tutta Italia. La luce elettrica di Santa Radegonda cominciò con l’illuminare i portici settentrionali della piazza del Duomo. Il servizio ben presto divenne continuo, 24 ore su 24, e fu esteso a varie zone del centro. Ma la manifestazione più festosa ed elegante, l’evento più spettacolare, vera data storica, coincise con l’illuminazione del Teatro alla Scala, l’evento citato da Colombo nella lettera a Thomas Alva Edison. La notte di Santo Stefano del 1883, in occasione dell’affollatissima Prima della “Gioconda” di Amilcare Ponchielli al Teatro alla Scala, la centrale Edison di Santa Radegonda accese le lampadine elettriche dando per la prima volta una sorprendente e inattesa luce alla rappresentazione scaligera (fig. 1). Le cronache dell’epoca usarono parole entusiastiche per raccontare lo spettacolo di quella sera reso possibile dalla Società Edison e dal suo fondatore Giuseppe Colombo. Pochi giorni dopo, il 6 gennaio 1884, Colombo fondò la Società Generale Italiana di Elettricità Sistema Edison, di cui fu il primo amministratore delegato (fino al 1891) e poi presidente (dal 1896).

L’illuminazione della Scala fu un momento di svolta tanto che Colombo scrisse “il successo della Scala ci ha dato più fiducia e ora procediamo rapidamente col cablaggio di almeno 100 lampade in più” (lettera a T. A. Edison del 5 febbraio 1884). Fu il primo di tanti successi che hanno caratterizzato la storia di Edison in questi 130 anni e che rappresentano altrettanti punti di svolta nella storia d’Italia.

La Società Edison avviò l’elettrificazione di Milano e di tutto il Nord Italia, motore economico del Paese. All’epoca Milano, alla stregua di New York e Londra, era una città all’avanguardia, e con esse condivise il primato dell’uso di energia elettrica per fini commerciali, due anni in anticipo rispetto a Berlino. Le prime centrali erano alimentate a carbone. La crisi economica scoppiata tra gli anni ‘80 e ‘90 dell’800 provocò oscillazioni al prezzo del combustibile e questo spinse Colombo a esplorare le potenzialità della forza idraulica.

Colombo ottenne la concessione per sfruttare le acque dell’Adda e realizzò e mise in esercizio nel 1898 la centrale idroelettrica di Paderno d’Adda, la più grande centrale idroelettrica europea del tempo, oggi dedicata alla memoria di Angelo Bertini (fig. 2). Le macchine generatrici installate (9500 kW) erano per l’epoca le più potenti d’Europa. La centrale fu collegata a Milano con una linea elettrica lunga 32 km. La costruzione di questo elettrodotto fu un lavoro da primato. Per la prima volta una tensione di tale potenza, elevatissima per l’epoca (13500 Volt), percorreva una così lunga distanza per essere sfruttata in un luogo diverso da quello di produzione.

Nel frattempo, la domanda di energia elettrica del capoluogo aumentava, e la Edison – di cui proprio in quegli anni, nel 1896, diventò azionista di maggioranza la Banca Commerciale Italiana – fu incaricata di alimentare la rete milanese di tram elettrici. Nel 1892 Edison ricevette dal comune di Milano la concessione per l’elettrificazione del sistema tramviario e decise di dotare la città del suo primo sistema di trasporto pubblico elettrico. Il 2 novembre 1893 venne avviato l’esercizio sperimentale della prima linea tranviaria elettrica di Milano, di circa 3 chilometri, tra Piazza del Duomo e Corso Sempione. Il ‘900 fu una grande galoppata di progresso e di espansione, rallentati ma non frenati dalle due guerre. Edison estese la sua presenza geografica, rilevò o entrò in società con le altre iniziative nascenti, mantenendo una forte leadership nel settore.

Nel 1919 Maria Artini, la prima italiana laureatasi in ingegneria elettrotecnica, iniziò a lavorare alla Edison. Artini collaborò alla progettazione e costruzione della prima linea elettrica ad altissima tensione (130 kV) del Paese, la Brugherio- Parma. Dal 1936 al 1946 organizzò e diresse l’ufficio statistiche della Edison. Successivamente, tornò ad occuparsi di linee elettriche ad altissima tensione.

Nel 1930 su impulso di Giò Ponti, il Gruppo 7 e Piero Bottoni progettarono la “Casa Elettrica”, seconda opera razionalista realizzata in Italia, nella quale gli elettrodomestici erano concepiti quale parte integrante del progetto architettonico. La “Casa Elettrica”, patrocinata dalla Edison, venne esposta alla “IV Esposizione Triennale Internazionale delle Arti Decorative ed Industriali Moderne” che si svolse a Monza dal maggio al novembre 1930. Due anni più tardi la “Casa Elettrica” venne esposta al Museum of Modern Art di New York, prima opera architettonica italiana ad essere esposta al MoMA. Nel 1931 Edison acquisì il servizio di produzione e distribuzione del gas a Milano.

Nel 1946 Edison partecipò alla fondazione del CISE (Centro Informazioni Studi ed Esperienze) per la costruzione del primo reattore nucleare italiano.

Nel 1947 il giovane Ermanno Olmi venne assunto dalla Edison e, pochi anni dopo, ricevette la sua prima macchina da presa come premio per gli spettacoli di varietà che proprio in quegli anni diffuse nelle centrali elettriche della società. Olmi iniziò proprio in Edison la sua attività di regista cinematografico realizzando una quarantina di documentari di grande valore, storico e artistico.

Nel 1951 venne inaugurata la diga di Santa Giustina che, con i suoi 152 metri, era per l’epoca la più alta d’Europa (fig. 3). Nel 1954 la tecnologia Edison conquistò i mercati internazionali. Venne infatti costituita in Perù la Panedile Peruana incaricata di costruire impianti idroelettrici sulle Ande. In Brasile fu costituita la Edisonbras che fu attiva nella costruzione di impianti idroelettrici e termoelettrici. Il Gruppo iniziò inoltre la ricerca di idrocarburi nell’Italia centro meridionale ed in Sicilia.

Una data di snodo fu il 1962. Il 12 dicembre entrò in vigore la legge con cui venne nazionalizzata l’energia elettrica, e fu creato un soggetto monopolista, l’Enel. Edison restò senza attività elettriche – tranne quelle ammesse, dedicate all’autoconsumo. Fu quindi ideata la fusione con la società chimica Montecatini (anche Edison possedeva alcune attività chimiche) e nacque Montedison, che ebbe una propria storia, non sempre fortunata. Con il nome Edison fu ribattezzata, nel 1991, la Selm, la società elettrica del gruppo Montedison, attraverso la quale furono valorizzate anche le attività nel gas. Infine, il decreto Bersani del 1999 scrisse la parola fine al monopolio e reintrodusse la concorrenza nel settore dell’energia.

Un’occasione che Edison colse al volo per giocare, come nel suo passato, un ruolo primario sul mercato italiano. Dalle prime centrali idroelettriche (Bertini, Esterle e Semenza) di inizio Novecento, Edison passò a quelle termoelettriche. Ma il vero salto tecnologico arrivò a partire dal 1992 con la centrale di Marghera Levante, in cui venne introdotto il primo impianto a ciclo combinato a gas (CCGT: Combined Cycle Gas Turbine) ad alta efficienza (circa il 15% in più rispetto agli impianti tradizionali) e con un impatto ambientale ridotto.

In linea con il Piano Energetico nazionale, la Società varò un piano pluriennale di costruzione di nuove centrali termoelettriche a ciclo combinato cogenerativo negli stabilimenti industriali del gruppo Montedison, che portò la capacità installata termoelettrica di Edison a 2400 MW in cinque anni, con investimenti nell’ordine dei 2000 miliardi di lire.

Nel dicembre 1996 venne completata la CET 3 di Taranto da 500 MW della controllata ISE, la prima centrale al mondo che utilizza tre gas di recupero siderurgici in un ciclo combinato cogenerativo.

Fra il 2002 e il 2007 Edison realizzò in Italia un significativo programma di ampliamento della capacità produttiva, con circa 8000 MW di nuova capacità installata contribuendo in questo modo ad un rinnovamento sostanziale del parco generativo nazionale, tra cui, nel 2005, la centrale termoelettrica di Candela, la più efficiente d’Europa.

Negli stessi anni, Edison ha promosso un’altra importante infrastruttura del sistema energetico nazionale: il rigassificatore di Rovigo, il primo impianto offshore al mondo. Operativo dal 2009, ha una capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi di gas, pari a circa il 10% del fabbisogno nazionale (fig. 4).

Nel novembre 2010, a soli due anni dall’ingresso nel mercato residenziale, la Edison raggiunse il primo milione di clienti. Nello stesso anno, la società tornò al Teatro alla Scala illuminando la “prima” con l’energia rinnovabile delle sue centrali.

Oggi Edison è tra i principali operatori di energia in Italia ed Europa con attività nell’approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica, nei servizi energetici e ambientali grazie anche alla propria controllata Fenice. Edison opera in Italia, Europa e Bacino del Mediterraneo, impiegando 5000 persone. Nel settore elettrico Edison può contare su un parco impianti con una potenza complessiva di 6,4 GW.

Per far fronte alle nuove sfide imposte dai cambiamenti climatici e dalle trasformazioni in ambito socio-economico con risposte innovative e creative, che sappiano cogliere le nuove opportunità e anticipare il prossimo futuro, Edison ha creato nel 2018 le Officine Edison.

Le Officine innovano il luogo ed i modi di fare ricerca e innovazione e segnano concretamente il passaggio alla cultura dell’Open Innovation. Le Officine ospitano laboratori, attività di ricerca, di innovazione e di formazione e sostituiscono il vecchio concetto di centro ricerche in quanto progettate e localizzate per facilitare lo scambio e la contaminazione con startup, centri di eccellenza e università. Le Officine sono infatti situate nei distretti tecnologici dei Politecnici di Milano e di Torino. Per Edison è un ritorno alle origini e un modo per rinsaldare un legame, quello con il mondo accademico, che in oltre 130 anni non si è mai interrotto, ancora una volta per affrontare con passione le sfide per costruire un futuro di energia sostenibile, guidato dalle rinnovabili e dai servizi energetici con l’obiettivo di migliorare il modo in cui ci spostiamo e viviamo le nostre case, città e imprese, aumentando il comfort, la sicurezza e l’efficienza.