In memoria di Ida Ortalli


Ida (Ducci) Ortalli
Parma, 1 giugno 1932 – 13 aprile 2017


L'anno 2017 è stato segnato dalla scomparsa di una figura di rilievo e di riferimento della Società Italiana di Fisica: la Professoressa Ida (Ducci) Ortalli, Socio Benemerito e Membro del Consiglio di Presidenza della Società negli anni 1983-1994.


Ho conosciuto la Professoressa Ida (Ducci) Ortalli negli anni '90. Mi fu presentata da Antonino Zichichi. Ho un ricordo abbagliante di lei. Non passava certo inosservata. Era intelligente, simpatica, allegra, bellissima, elegante, piena di fascino, e aveva un portamento davvero speciale. Ricordo proprio di avere subito notato in lei questo suo portamento, così importante per una signora. E poi ricordo i suoi occhi color del mare.

Quando l’ho conosciuta era già da circa dieci anni professore ordinario all’Università di Parma e occupava un posto da protagonista nel campo della fisica medica. Aveva esordito negli anni '60 nella fisica delle particelle, partecipando agli esperimenti di Carlo Castagnoli (allora professore a Parma) con emulsioni nucleari. Aveva partecipato, nel gruppo di Marcello Conversi, all’esperimento di cattura radiativa dei muoni del CERN, a Ginevra. Risale a quei tempi il suo incontro con Nicola Cabibbo e Antonino Zichichi che diventeranno i suoi amici di una vita.

Dopo le sue ricerche al CERN, passò a studi di fisica della materia in ambito CNR, compiendo un soggiorno a Parigi, al CNRS, dove si dedicò all’indagine delle proprietà magnetiche della materia.

Nel '77 scoprì la prima evidenza delle tre transizioni di fase in SnTe, che portò a una sua collaborazione con il Central Research Laboratory della Hitachi Ltd, a Tokyo, in Giappone.

Rientrata a Parma nel '78, fondò il primo laboratorio in Italia dedicato alla spettroscopia Mössbauer. Tra le sue ricerche sperimentali vanno ricordate quelle sulle proprietà magnetiche dei composti intermetallici, sulle proprietà chimico-fisiche dei semiconduttori, sui semiconduttori termoelettrici e sui semiconduttori per rivelatori di infrarossi, nonché quelle su meteoriti e reperti archeologici.

Nel contesto della fisica della materia passò allo studio dei materiali biologici e alla fisica interdisciplinare biomedica di cui fu un vero pioniere. I suoi primi studi in questo ambito dimostrarono le prime evidenze di materiale magnetico nei piccioni viaggiatori.

Tra i suoi studi di maggior rilievo figuravano gli studi cellulari per patologie ematologiche neoplastiche e per patologie oncologiche, come il progetto CLEANER (Cellular Local Eradication by Absorption of Nuclear Electromagnetic Radiation). Altri importanti risultati li ottenne studiando gli effetti delle terapie per la beta-talassemia o più recentemente gli effetti indotti dagli stress ossidativi in patologie tumorali.

In ambito accademico, all’Università di Parma, è stata:
Direttore fondatore dell’Istituto di Scienze Fisiche della Facoltà di Medicina; Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica; Direttore fondatore della Scuola Diretta a Fini Speciali in Fisica Sanitaria; Presidente fondatore del Corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro; Responsabile del Servizio di Fisica Sanitaria. Tra i suoi incarichi anche quello di responsabile scientifico dell’Unità Risonanze Magnetiche del GNSM-CNR.

Consigliere della SIF dal 1983 al 1994, Ducci Ortalli è stata il primo Consigliere donna nella storia della SIF, sotto la presidenza di Renato Angelo Ricci. Lasciò a me il testimone nel 1994 e da lì ebbe inizio la nostra amicizia, basata su continuità di visione e d’intenti, collaborazione e profonda stima. Questa amicizia, dapprima professionale, presto divenne un’amicizia personale, un’amicizia che mi fece collocare Ducci nella sfera dei miei affetti familiari più veri e irrevocabili. Sarò sempre grata a Zichichi per avermela fatta conoscere.

Ma torniamo a ciò che ha fatto e a ciò che è stata. In campo internazionale, è stata membro del Council dell’EPS in rappresentanza della SIF, membro dell’importante Panel ASI/ARW nella Divisione Affari Scientifici della NATO, membro del Consiglio di Presidenza del World Laboratory. Nel quadro del World Laboratory, negli anni '90 fece parte di una delegazione di scienziati che si recò a ispezionare i luoghi del disastro di Chernobyl. Compì anche viaggi di lavoro in Cina. Fu un’assidua frequentatrice dei Seminari Internazionali sulle Emergenze Planetarie, organizzati a Erice da Zichichi presso il Centro Majorana. Nel corso delle sue attività internazionali, con sua intelligenza, la sua vivacità e il suo carattere, strinse rapporti di stima e amicizia con i Nobel Pierre-Gilles De Gennes, Rudolf Mössbauer e Tsung Dao Lee.

Fu nominata Socio Benemerito della SIF nel 2003, per i contributi dati alla scienza e alla Società di cui restò sempre grande amica e sostenitrice.

Tutto il personale della SIF e Renato Angelo Ricci, adesso Presidente Onorario della Società, la ricordano con grande affetto e commozione. Renato ha voluto anche lui scrivere di lei su queste colonne.

Vorrei inoltre ricordarne la forte personalità. Era una donna brillante, vivace, capace, battagliera, coraggiosa, energica, tenace, generosa e piena di passione, non si tirava mai indietro. È stata una grande sostenitrice dei suoi allievi e collaboratori che ha molto amato e dai quali è stata molto amata. Tra questi, prima fra tutti, Simonetta Croci, anche lei adesso Consigliere della SIF. È inoltre stata una strenua paladina delle donne nella fisica e io stessa senza di lei non sarei diventata ciò che sono attualmente. Parmigiana del “sasso”, come amava definirsi, è sempre stata strettamente legata alla sua città, in cui viveva, appassionata melomane così come delle tradizioni parmigiane. Molte volte, proprio com’era il suo carattere, scriveva sulla Gazzetta di Parma, esprimendo la sua decisa opinione. Ed è con parole affettuose di elogio che la stampa parmigiana ha voluto ricordarla, associandosi al lutto del mondo scientifico per la sua scomparsa. La SIF, a partire da quest’anno, inititolerà uno dei suoi premi per i giovani ricercatori al femminile alla Professoressa Ortalli per onorarne la memoria.

Per finire, un pensiero mio personale sulla “mia Ducci”, che vorrei dedicare con vera emozione ai membri della sua famiglia e in particolare al nipote Paolo, suo prediletto. Ducci era capace di un’amicizia generosa, incondizionata e assoluta di cui ho avuto il privilegio di godere fino all’ultimo. Se si diventava amici di Ducci – alcuni di noi lo sanno – allora la cosa diventava molto seria perché si veniva letteralmente adottati, e con noi la nostra intera famiglia.

Nel corso degli anni, a me, a mia figlia Lauretta, ai miei genitori, aveva preso il cuore. Ed è una parte di me che se n’è andata per sempre con lei.


Luisa Cifarelli
Presidente SIF


“Il 1° dicembre 1988 si è tenuta, presso l’Istituto di Scienze Fisiche dell’Università di Parma la lezione inaugurale della Scuola Diretta a Fini Speciali in Fisica Sanitaria. La Scuola, che è la prima di questo tipo in Italia e in Europa, ha lo scopo di dare una preparazione teorica e pratica agli allievi istruendoli sui problemi delle radiazioni ionizzanti, della fisica ambientale e delle tecnologie biomediche. … La lezione inaugurale, sul tema ‘Radiazioni e Ambiente’, è stata tenuta dal Prof. Renato Angelo Ricci, Presidente della Società Italiana di Fisica e della Società Europea di Fisica ...”

Così Ida (Ducci) Ortalli, Direttore della Scuola, oltre che dell’Istituto, presentava il libretto pubblicato dall’Istituto di Scienze Fisiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, in cui erano state raccolte le note della mia lezione “come base culturale della Scuola”. Avevo accolto con piacere, e me ne sentivo onorato, il suo invito anche e soprattutto perché l’iniziativa da lei diretta era stata voluta e promossa da tempo e presentata in occasione del Congresso della SIF del 1984 a Genova nella tavola rotonda su “Fisica, Medicina, Sanità: Aspetti Interdisciplinari e Organizzativi” che del resto lei stessa aveva proposto in sede di Consiglio SIF, di cui faceva parte. Fu in questo campo, ma non solo, che la sua esperienza culturale e la sua indubbia intelligenza organizzativa portarono a risultati importanti e ne fecero oltre che una docente e una scienziata di notevole capacità (tra l’altro ha costituito a Parma il primo laboratorio italiano di spettroscopia Mössbauer), una appassionata attivista della SIF intesa come comunità di valori più che di interessi di categoria, ancor prima di assumersi dirette responsabilità.

Fu in effetti nel 1982 che al Congresso di Perugia, con me Presidente, la tornata elettorale tenne a battesimo la sua entrata, prima donna dalla fondazione della SIF, nel Consiglio di Presidenza (con lei furono eletti Bassani, Focardi, Picchi, Rubbino, Ceolin e Habel). Da allora per 4 trienni fino al 1994, fu non solo una collaboratrice validissima e di grande competenza e capacità di iniziativa ma anche una consigliera, nel vero senso del termine, preziosa in un periodo che non fu dei più facili sia dal punto di vista della rappresentatività il più possibile unitaria della comunità dei fisici italiani sia per le complesse vicende di carattere socio-politico e non solo culturale. Ducci portò nel Consiglio proposte e contributi che avevano il pregio della chiarezza oltre che significative per la franchezza e il coraggio con una sensibilità femminile che erano di grande conforto e meritavano grande rispetto. Come in altri esempi tuttora attuali, le sue doti non avevano bisogno di essere conteggiate attraverso un bilanciamento di quote o di “genere” ma erano il risultato di una forte esperienza e di una solida cultura (che portò anche in altre sedi nazionali e internazionali, come il CERN, e il Council dell’EPS).

Lasciò il Consiglio al Congresso di Lecce nel 1994, restando tuttavia attiva, presente e di aiuto prezioso. Aveva comunque aperto una porta: quella dell’ingresso di intelligenze e qualità femminili rappresentate da Luisa Cifarelli (diventata addirittura la prima Presidente donna della SIF nonché dell’EPS) e successivamente da Simonetta Croci e Sara Pirrone.

Ricordarla quindi, oltre al rimpianto di un’amica affettuosa e sincera, di cui sono testimoni mia moglie Claudine e i miei figli Marco e Françoise, è un omaggio all’inestimabile contributo della sua collaborazione.


Renato Angelo Ricci
Presidente Onorario SIF